Bill Gates: zanzare geneticamente modificate per vincere la malaria
Bill Gates investe sulle zanzare geneticamente modificate per vincere delle malattie letali come la malaria: ecco come funziona il progetto.
Fonte immagine: Close-up of a mosquito sucking blood / Shutterstock
Zanzare geneticamente modificate affinché non siano più in grado di trasferire agenti patogeni, per vincere la battaglia contro la malaria. È questa l’ultima scommessa su cui ha voluto puntare Bill Gates, tramite la Bill & Melinda Gates Foundation, con una donazione di oltre 4.1 milioni di dollari per la società britannica specializzata in biotecnologie Oxitec. L’obiettivo è quello di eradicare, o quantomeno ridurre, una delle infezioni più gravi e diffuse al mondo.
Il progetto si basa sullo studio e la modifica genetica della zanzara Aedes aegypti, responsabile della diffusione di alcune patologie recenti, dalla febbre dengue alla Zika, passando per la chikungunya. Questo insetto, tuttavia, non è in grado di trasmettere con il suo morso la malaria: il vettore di quest’ultima è infatti l’Anopheles.
Studiando le Aedes, i ricercatori sono riusciti a modificare il corredo genetico di queste zanzare, affinché la loro progenie non sia in grado di raggiungere completamente l’età adulta. Raggiungendo delle generazioni di femmine incapaci di terminare la fase di sviluppo, si otterrebbe un enorme vantaggio per l’uomo: una riduzione sensibile dei morsi, con un abbattimento nelle trasmissioni di infezioni anche letali. Sono le femmine adulte, infatti, a necessitare del sangue umano per poter portare a termine la deposizione delle uova. Se le sperimentazioni sulle Aedes dovessero garantire esiti positivi, la stessa tecnica genetica potrebbe essere applicata sulle Anopheles, bloccando di fatto la diffusione della malaria. Basti che pensare che un singolo insetto modificato può trasferire questa caratteristica genetica fino a 10 generazioni successive.
Ogni anno la malaria, e altre malattie analoghe, uccide milioni di persone in tutto il mondo, soprattutto nelle nazioni più povere e colpite da un clima umido e torrido. Lo sviluppo di simili tecnologie, definite di “controllo dei vettori”, potrebbe quindi rappresentare una risposta definitiva a un problema oggi scarsamente contenibile con le risorse a disposizione a livello medico.