Stapelia: cos’è e come prendersene cura
La stapelia è una pianta succulenta dai caratteristici fiori a stella, nota soprattutto per una sua singolare peculiarità: il cattivo odore che emana la fioritura. Alcune varietà producono infatti un olezzo molto intenso, tanto che la succulenta è stata ribattezzata "pianta della carogna". Si tratta di una strategia che la pianta attua per attirare gli insetti, in particolare quelli impollinatori, affinché la sua riproduzione sia più semplice.
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La stapelia è una pianta grassa che sta ottenendo sempre più successo come varietà ornamentale, per via del suo originale fiore. Questa succulenta produce infatti un’infiorescenza stellata, che ricorda vagamente una stella marina sia per la forma che per le sue striature di colore. Ma cosa è la stapelia, come si coltiva e come prendersene cura in modo corretto?
Prima di procedere, è però essenziale ricordare come la stapelia sia una pianta abituata a climi ben diversi da quelli italiani e, di conseguenza, potrebbe non essere idonea per la crescita su tutto lo Stivale. Per questo motivo, si consiglia di vagliare il parere del proprio fornitore di prodotti di botanica di fiducia, affinché ci si possa accertare sulle necessità del vegetale e la compatibilità con il proprio luogo di residenza.
Cosa è la stapelia
Con il termine Stapelia si identifica un genere di piante succulente – ossia di piante grasse – appartenente alla famiglia delle Asclepiadaceae. Questi arbusti sono originari dell’Africa meridionali e, a oggi, se ne conoscono decine di specie diverse.
A seconda della varietà, la stapelia presenta dei mazzetti di fusti eretti e carnosi, di intenso colore verde e dal profilo irregolare. Alcune tipologie mostrano profili a croce oppure a stella, altri delle escrescenze. Come tutte le piante succulente, l’interno dei fusti presenta una polpa morbida e ricca di acqua, per permettere al vegetale di superare anche lunghissimi periodi di siccità.
La caratteristica principale di queste piante è però nel fiore, dall’aspetto davvero singolare. Quasi tutte le tipologie di stapelia producono infatti un’inflorescenza a forma di stella, dalla consistenza carnosa e dalle striature tra il rosa e il rossastro.
Il fiore ricorda in modo vago una stella marina, sia nella forma che nel colore, e per questo ha attirato le curiosità sia di scienziati che di appassionati. Naturalmente, è doveroso specificare come si tratti solo di una coincidenza: le stelle marine sono infatti degli animali, appartenenti alla famiglia degli Asteroidea.
Altra peculiarità tipica della stapelia è quella di produrre, sempre a seconda delle varietà, un fiore dall’odore sgradevole, molto pungente. Si tratta di un’efficace strategia di adattamento all’ambiente che, per quanto poco piacevole all’olfatto, si è rivelata essenziale per la sopravvivenza della pianta.
Varietà famose di stapelia
Come già accennato, sono moltissime le varietà di stapelia oggi conosciute, tanto che elencarle tutte sarebbe impresa davvero ardua. Ma quali sono le più famose, quelle più gettonate dagli appassionati di botanica o da chi vuole abbellire il proprio giardino in modo originale?
- Stapelia variegata: è la tipologia più nota e apprezzata, quella che più facilmente viene associata a una stella marina. La ragione è molto semplice: il fiore è striato e maculato, di tonalità rossastre e brunastre, con un cerchio centrale che ricorda proprio da vicino la porzione inferiore di questi splendidi abitanti del mare;
- Stapelia gigantea: questa varietà, invece, è conosciuta in tutto il mondo perché quella dall’odore più insistente e nauseabondo, tanto da essere chiamata anche “la pianta carogna”. È anche una delle più grandi, così come suggerisce il termine “gigantea”;
- Stapelia hirsuta: si tratta di una tipologia di succulenta molto apprezzata poiché, oltre a produrre i tipici fiori a stella, presenta anche una singolare peluria lungo tutto il profilo dello stesso fiore. Un vero e proprio “irsutismo vegetale”, come suggerisce il nome, che può assumere colorazioni brillanti e fluo, dal rosso al violetto, passando per blu elettrico e fucsia;
- Stapelia flavopurpurea: è la varietà che viene normalmente coltivata all’interno delle abitazioni, sebbene sia meno appariscente rispetto ad altre tipologie di stapelia. La ragione è molto semplice: a differenza degli altri appartenenti alla sua famiglia, produce un profumo gradevole.
Perché la stapelia puzza
Così come già più volte accennato, la gran parte delle varietà di stapelia – fatta eccezione per la Stapelia flavopurpurea – presenta un odore poco gradevole. Il massimo è raggiunto dalla Stapelia gigantea, “la pianta carogna”, che può produrre note olfattive davvero nauseabonde, simili a quelle di un cadavere in decomposizione. Da dove deriva questa peculiarità? Perché la stapelia puzza?
L’olezzo emanato da alcune stapelia è una forma vincente di adattamento all’ambiente, una strategia evolutiva di successo. Questo genere di piante è infatti entomofila, ovvero dipende dagli insetti per completare il ciclo di impollinazione. Quelli più adatti per una propagazione veloce della specie, e una moltiplicazione rapida della stapelia, sono gli appartenenti alla famiglia dei Calliphoridae.
In altre parole, mosche e mosconi che si nutrono di feci e resti vegetali e animali, quindi molto attratti dall’odore di putrefazione. Riproducendo questa caratteristica, la pianta attira a sé molti di questi insetti, assicurandosi la sopravvivenza.
Coltivazione della stapelia
Ma apprese le caratteristiche della pianta, come si coltiva? Come già specificato, in ambiente domestico si coltiva solitamente la varietà flavopurpurea, poiché priva di cattivi odori. Ciò permette di esporre la succulenta all’interno dell’abitazione o, ancora, rendere più originale il giardino senza temere nauseanti conseguente.
Non manca chi comunque procede alla cura di varietà dall’olezzo importante, più per passione o collezionismo che per necessità ornamentali.
Necessità della pianta
Tutte le varietà di stapelia hanno un’origine africana, in particolare a Sud del Continente. I luoghi di appartenenza hanno permesso alla pianta di riuscire ad adattarsi egregiamente sia ai climi torridi che a quelli più freddi, come avviene con l’alternanza delle stagioni sudafricane, ma si tratta comunque di caratteristiche ambientali assai diverse da quelle italiane. Quali sono, di conseguenza, le necessità della pianta?
- Clima: la pianta preferisce ambienti miti o caldi, non particolarmente umidi e dalle temperature non eccessivamente basse. Difficilmente la pianta sopravviverà sotto i 4-5 gradi centigradi, inoltre la fioritura potrebbe non avvenire in presenza di primavere o estati fresche;
- Terreno: la stapelia predilige terricci sabbiosi, fini o di medio impasto, poco umidi e altamente drenanti. La pianta non sopravvive infatti ai ristagni d’acqua;
- Esposizione solare: la succulenta ama l’esposizione diretta al sole e non teme temperature importanti. Al contrario, l’ombra o l’eccessivo gelo potrebbero danneggiarla;
- Annaffiature: poco frequenti, come per tutte le piante grasse. Se coltivata in giardino, possono bastare le comuni precipitazioni stagionali.
Coltivazione in vaso e giardino
Verificate le necessità della pianta, la stapelia può essere efficacemente coltivata in vaso oppure in giardino.
Se si sceglie il vaso, si dovrà optare per un contenitore sufficientemente profondo, per garantire il corretto sviluppo dell’apparato radicale. Sul fondo andrà poi predisposto un letto di ghiaia, cocci o palline di argilla espansa per aumentare il deflusso dell’acqua, affinché non vi siano ristagni. In giardino, l’accortezza è quella di scegliere una posizione ben soleggiata, mentre non serve un terriccio eccessivamente fertilizzato.
La pianta può essere coltivata per seme, solitamente in primavera, o tramite moltiplicazione della talea, quest’ultima da realizzare in estate. È sufficiente recuperare un giovane fusto e trapiantarlo in dimora definitiva. Meglio non procedere durante la fioritura.
Ma in che periodo fiorisce la stapelia? Normalmente in piena estate, in particolare tra giugno e luglio.
Cura della stapelia
Come la maggior parte delle succulente, famiglia di cui fa parte anche l’agave, le stapelie non necessitano di eccessive cure. Sono infatti piante adattabili e capaci di resistere anche a lunghi periodi di siccità.
Vi è però un’accortezza utile da realizzare in autunno e in inverno, quando la stapelia potrebbe soffrire le basse temperature, se esposta direttamente in giardino. Ovvero fertilizzare il terreno con del potassio in polvere o, ancora, con concimi ricchi di sostanze organiche come il compost.
Coltivazione della stapelia: i dubbi più comuni
Per quanto si tratti di una succulenta che si adatta abbastanza bene a diverse condizioni climatiche, e anche a periodi di media siccità, è normale sorgano dei dubbi sulla coltivazione della stapelia. Quali sono, di conseguenza, i dubbi più comuni?
In che periodo fiorisce la stapelia?
La fioritura della stapelia dipende dalla varietà: la maggior parte delle specie risulta attiva durante l’estate, ma un numero corposo di esemplari fiorisce invece in autunno, a partire da settembre inoltrato. I fiori di queste varietà tendono a essere i più duraturi: rimangono in bella mostra per circa un mese dal giorno di prima apparizione, per poi deperire in modo altrettanto rapido. Si ricorda che, tuttavia, la fioritura può essere influenzata dalle condizioni ambientali: autunni eccessivamente caldi o, al contrario, troppo freddi potrebbero inibire la capacità della pianta di produrre fiori.
Perché la stapelia marcisce?
Nella maggior parte dei casi, la stapelia giunge a rapido deperimento per un eccesso di acqua. Quasi sempre la causa è un’eccessiva annaffiatura, che porta al marciume dell’apparato radicale della pianta. Ma bisogna anche prestare attenzione all’umidità ambientale, nel luogo dove la pianta è inserita. Ad esempio, non è consigliato tenere la maggior parte delle varietà di stapelia in bagno, poiché ambiente troppo umido per le loro necessità.
Dove conservare la stapelia in inverno?
Durante il corso della stagione più fredda, è utile posizionare la stapelia in un luogo non eccessivamente freddo e, soprattutto, asciutto. È anche utile garantire un po’ di luce solare alla pianta ogni giorno, quindi una posizione vicino a un davanzale della finestra potrà essere di certo aiuto. La stapelia potrà essere riportata all’esterno la successiva primavera, meglio se con temperature stabili sulla quindicina di gradi.
Come gestire l’odore della stapelia?
Come già accennato nei precedenti paragrafi, alcune varietà di stapelia producono un odore davvero sgradevole: si tratta di una strategia per attirare gli insetti, agevolando così l’impollinazione. Naturalmente, per quanto la pianta sia molto bella da ammirare, questo olezzo può risultare molto fastidioso. Il consiglio è di posizionare all’esterno la pianta durante le settimane di fioritura. Se ciò non è possibile, si possono creare dei pot-pourri fioriti da posizionare nei pressi della pianta, magari con l’aggiunta di qualche olio essenziale coprente, come quello alla lavanda.