Piattole (pidocchi del pube): contagio, sintomi e rimedi
Le piattole sono degli insetti parassitari molto diffusi: ecco contagio, sintomi e rimedi per un'infestazione di frequente presente nell'area pubica.
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Le piattole rappresentano una delle famiglie di parassiti tra le più fastidiose, poiché capaci di moltiplicarsi velocemente e causare numerosi disturbi, tra cui un prurito incessante. E, nonostante in era moderna vi sia stato un miglioramento innegabile in termini di igiene personale, la problematica rimane comunque abbastanza diffusa: l’infestazione è mediamente frequente sia nell’uomo che nella donna. Ma quali sono le caratteristiche di questi insetti, quali le modalità di contagio e quali i rimedi, anche naturali, per eliminarli?
Ovviamente, in caso si sospetti di ospitare delle fastidiose piattole sul proprio corpo, il consulto del medico rimane indispensabile, così come necessario e inevitabile è il trattamento che lo specialista consiglierà. Le informazioni di seguito riportate, perciò, hanno un carattere unicamente illustrativo.
Cosa sono le Piattole
Per piattola si intende il nome comune del Pthirus pubis, un insetto parassita dell’uomo. Si tratta di un esemplare di piccolissime dimensioni, dal corpo appiattito – da cui appunto deriva il nome – capace di infestare le aree ricoperti da peli, fatta eccezione per i capelli. Nonostante il parassita venga identificato anche come pidocchio del pube, poiché questa è l’area dove l’infestazione è più frequente, può coinvolgere anche altre zone, quali ad esempio ascelle e petto. La diffusione di questi insetti è frequente sia nella donna che nell’uomo, anche se questi ultimi tendono a esserne colpiti maggiormente, data la presenza di maggiore peluria sul corpo.
Le piattole, così come già accennato, sono degli insetti di piccole dimensioni: sono grandi, infatti, solo 2-3 millimetri. Il corpo, leggermente appiattito, vede sei zampe uncinante, mentre il capo è piccolo e presente delle piccole escrescenze simili ad antenne. Il colore è variabile, dal marrone al nero. Questi parassiti si moltiplicano molto velocemente: ogni femmina può deporre anche 10 uova al giorno, delle lèndini, che si schiudono in una sola settimana. Tali uova hanno una struttura particolare che, associata alla saliva degli insetti, permette loro di rimanere ben salde ai peli. Una volta diventate adulte, le piattole rimangono nella zona irsuta prescelta, nutrendosi di sangue del loro ospite: per farlo, ricorrono a piccoli morsi, delle vere e proprie punture.
Come avviene il Contagio
Il contagio avviene tramite un contatto ravvicinato con gli insetti: il veicolo più frequente sono i rapporti sessuali, dove i parassiti riescono a passare senza troppi intoppi dal pube della persona colpita a quello del partner. Non è però l’unica modalità: contagi sono possibili indossando vestiti sui quali sono presenti degli esemplari, condividendo lenzuola e asciugamani con individui già infestati, adagiandosi su sanitari precedente utilizzati da persone colpite e molto altro ancora. Così come già poc’anzi ricordato, la diffusione avviene maggiormente nell’area pubica, ma i parassiti possono presentarsi anche su petto, ascelle e qualsiasi altra parte del corpo ricoperta da peluria.
I sintomi comprendono prurito, rossore e infiammazione cutanea, macchie rosse o blu dovute ai morsi delle piattole, piccole gocce di sangue sugli indumenti e molto altro ancora. Il riconoscimento dell’infestazione avviene frequentemente proprio dai sintomi, essendo gli esemplari molto piccoli, nonché da una caratteristica non di secondo piano: di norma, la biancheria intima appare macchiata, nonché ricoperta da una sorta di polvere scura. Ovviamente, la diagnosi spetta unicamente al medico, a cui rivolgersi immediatamente dopo i primi sospetti, per interrompere il prima possibile la proliferazione dei parassiti.
Consigli e rimedi naturali
Come già ricordato, l’identificazione delle piattole spetta unicamente al medico, che deciderà il trattamento più indicato per risolvere velocemente l’infestazione. Nella maggior parte dei casi si ricorre a specifici farmaci antiparassitari, di norma a uso topico, capaci di uccidere gli adulti e di provocare il distacco delle uova dal pelo. A discrezione sempre dello specialista, potrebbero essere inoltre richiesti altri esami, ad esempio per verificare l’eventuale presenza di una malattia sessualmente trasmissibile.
Vi sono dei consigli, tuttavia, che potrebbero ritornare utili per gestire il percorso di guarigione, sempre da concordare con il medico. Uno di questi è certamente la depilazione: la rimozione dei peli dalle aree affette, infatti, riduce sensibilmente le possibilità di moltiplicazione poiché viene meno il requisito necessario per la deposizione delle uova. Va tuttavia specificato come la depilazione non sia un metodo di per sé risolutivo, ma solo un aiuto. Allo stesso tempo, sarà necessario lavare e disinfettare abiti, biancheria intima, coperte e tutti gli altri tessuti con cui le piattole potrebbero essere entrate in contatto, nonché pulire adeguatamente tutte le superfici. Questo, come facile intuire, per evitare nuove infezioni. Sul fronte dei rimedi naturali, un batuffolo di cotone imbevuto d’aceto potrebbe essere d’aiuto per facilitare il distacco delle uova dal pelo, mentre cremi o impacchi all’aloe o alla calendula potrebbero ridurre il senso di prurito. In nessun caso, però, tali rimedi possono considerarsi sostitutivi del percorso farmacologico consigliato dal medico.