Selfie del macaco: problemi economici per il fotografo
Selfie del macaco, non si conclude la battaglia legale: PETA ricorre in appello e il fotografo versa oggi in difficili condizioni economiche.
Fonte immagine: Edwin Butter via Shutterstock
Si ricorderà di certo la storia del selfie del macaco Naruto, al centro di una lunga querelle legale per ragioni di copyright. Nonostante le corti statunitensi tempo fa abbiano stabilito come agli animali non possa essere attribuito il diritto d’autore, gli scontri nelle aule di giustizia non sono cessati. Il fotografo del singolare scatto è stato quindi costretto a investire ingenti quantità di denaro nella propria difesa e oggi, così come riferisce il Guardian, si ritroverebbe in difficili condizioni economiche.
Il tutto è cominciato nel 2011, quanto il fotografo David Slater si è recato in Indonesia, per condurre un servizio fotografico di stampo naturalistico. Durante il viaggio ha incontrato un cinopiteco, noto anche come macaco dalla cresta nera, incuriosito dalla sua strumentazione fotografica. Il primate, premendo il pulsante dell’otturatore di una macchina fotografica poggiata per l’occasione su un treppiede, ha quindi scattato l’ormai famosissimo selfie. Le questioni legali sono però iniziate qualche anno più tardi, quando Slater ha chiesto a Wikipedia di rimuovere il selfie dal macaco dal portale, per violazione del diritto d’autore. L’enciclopedia online ha rifiutato di assecondare le richieste del fotografo, sostenendo come l’immagine fosse di dominio pubblico poiché appartenente alla scimmia. Qualche tempo più tardi, l’US Copyright Office ha stabilito gli animali non possano detenere il diritto d’autore.
La questione non si è tuttavia risolta con questo primo pronunciamento, poiché nel 2015 l’associazione animalista PETA, così come riporta sempre il Guardian, ha deciso di aprire una nuova battaglia legale per veder riconosciuti i diritti del primate. Nel 2016 i giudici hanno stabilito il macaco non possa essere compreso nelle norme di tutela del Copyright Act, perché non può né ricevere né sfruttare denaro, tantomeno il riconoscimento della proprietà intellettuale avrebbe potuto determinare un beneficio per l’animale. L’associazione ha quindi deciso di ricorrere in appello.
Nel mentre, sempre stando a quanto rivelato dal Guardian, la vita del fotografo è enormemente cambiata. L’uomo verserebbe infatti in difficili condizioni economiche, per via delle numerose battaglie legali, tanto da non poter riparare la propria attrezzatura o permettersi un’automobile. Il fotografo starebbe quindi cercando nuove occupazioni, disponibile a qualsiasi tipo di lavoro pur di assicurare entrate economiche alla propria famiglia:
Non è stato il comportamento fortuito della scimmia. Ha richiesto grande conoscenza da parte mia, perseveranza, sudore e tormento. […] Ogni fotografo sogna di poter scattare una fotografia come questa. Se m’avessero dato una sterlina per ogni volta che qualcuno ha usato questa foto, probabilmente avrei 40 milioni di sterline in tasca. I guadagni di queste foto avrebbero dovuto garantirmi stabilità. […] Sto cercando di diventare un istruttore di tennis, sto addirittura pensando di diventare un dog-sitter.
L’unica consolazione per Slater è la consapevolezza che questo scatto abbia aiutato a sensibilizzare sull’esistenza di questi rari macachi, preservandoli dall’estinzione:
Questi animali sono diventati popolari grazie a una fotografia, fortunatamente creerà sufficiente turismo ecologico affinché la popolazione locale si convinca vi siano buone ragioni per mantenere queste scimmie in vita. La fotografia ha contribuito a salvare la specie, era questo il mio intento sin dall’inizio.