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Revamping eolico: vantaggioso anche senza incentivi

Il rinnovamento dell'eolico installato potrebbe essere vantaggioso per gli operatori e il sistema Paese, anche senza incentivi secondo lo studio Althesys.

Revamping eolico: vantaggioso anche senza incentivi

Fonte immagine: Shutterstock

Lo studio “Il rinnovamento del parco eolico italiano”, presentato questa mattina a Roma presso l’Auditorium del Gse, parla chiaro: il rinnovamento delle pale eoliche presenti in Italia è necessario e anche conveniente sia per gli operatori che per tutto il sistema Paese. I dati snocciolati da Alessandro Marangoni, ceo di Althesys, partono da uno studio molto ampio che ha coinvolto associazioni di settore e top player quali Anev, assoRinnovabili, CVA, e2i Energie Speciali, Enel Green Power, Eon, ERG Renew, Falck Renewables e RWE. 

Secondo lo studio “il potenziale derivante dal rinnovamento per l’eolico è pari a 7,9 GW, corrispondente ad un contributo netto alla potenza installata di 4,5 GW” ma al momento le misure messe in campo si sono rivelate assolutamente insufficienti e dunque sarebbe necessaria una politica che punti a nuovi incentivi per l’eolico finalizzati al revamping e a procedure autorizzative che rendano l’intervento volto al rinnovamento più snello e veloce nell’attuazione.

A detta di Alessandro Marangoni, ceo di Althesys:

Le norme approvate fino ad oggi si sono dimostrate incapaci di cogliere l’enorme potenzialità di un revamping degli impianti già esistenti,  che potrebbero essere più produttivi riducendo al contempo gli impatti. Il vantaggio è duplice: per le imprese l’aumento della produzione, visti  i tagli sugli incentivi e i problemi autorizzativi, è oggi l’unica opportunità rimasta al settore.  Per il Paese, invece, il rinnovamento eolico significa disporre di nuova energia rinnovabile, ma a minor costo e impatto ridotto, perché più efficiente e che occupa meno suolo, con ricadute sull’economia e sull’occupazione.

Concretamente lo studio avanza anche delle proposte di policy per il rinnovamento eolico che si sintetizzano nei seguenti punti che citiamo direttamente dalle slide presentate:

  • semplificazioni delle procedure autorizzative nel caso di interventi di ricostruzione (brown field)
  • superamento dei vincoli dello “Spalmaincentivi” intervenendo in primis sulla norma di rango primario (Legge n.9 del 21 febbraio 2014), naturalmente con la salvaguardia di chi avesse aderito
  • >maxi ammortamenti sul modello di quanto previsto dalla Legge di Stabilità 2016. In tal modo diverrebbe più attrattivo l’attuale livello di incentivazione e sarebbe ridotto l’onore che grava sulla componente A3
  • bonus sugli incrementi di produzione in seguito all’impiego delle BAT e delle Best Practices di impiego delle migliori tecnologie disponibili e/o adozioni di Best Practices
  • programma una tantum di rottamazione (sull’esempio di quanto fatto dal settore automobilistico o per gli elettrodomestici) incisivo e di breve durata.

Nel dibattito seguito alla presentazione dei dati è stato coinvolto anche Alessandro Carettoni, in rappresentanza del Ministero dell’Ambiente, che nonostante abbia avanzato dubbi sulla possibilità di varare incentivi sul revamping si è detto comunque disposto ad aprire un dialogo con associazioni ed operatori di settore affinché si possa arrivare ad una proposta dettagliata che possa essere valuatata soprattutto dal punto di vista economico.

Di seguito publichiamo le interviste realizzate ad Alessandro Marangoni di Althesys, Simone Togni di ANEV e Massimo Derchi di ERG Renew:

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