Skimmia: come coltivarla
Consigli utili e tecniche pratiche per coltivare la skimmia, una pianta ornamentale originaria del Giappone e molto frequente nelle coltivazioni autunnali.
Fonte immagine: Skimmia japonica horizontal via Shutterstock
Tra le piante ornamentali dal maggior successo negli ultimi anni, la skimmia ha certamente un ruolo di rilievo. Specie arbustiva originaria del Giappone, a volte arricchita da bacche rosse, è nota soprattutto per la sua buona adattabilità anche ai climi più freschi, un fatto che la rende perfetta anche per l’esposizione autunnale. Ma come coltivarla in vaso oppure in giardino?
Prima di procedere, come consuetudine, è però necessario vagliare le caratteristiche climatiche del proprio luogo di residenza, affinché vi siano le condizioni per una crescita soddisfacente e rigogliosa. Per farlo, sarà sufficiente chiedere informazioni al proprio vivaio o negozio di botanica di fiducia.
Cosa sapere prima di coltivare la skimmia
La skimmia, nota anche più semplicemente come schimmia o come falso pepe, è un genere di arbusti sempreverde appartenente alla famiglia delle Rutacee. Originaria dell’Asia, e in particolare del Giappone, la varietà più diffusa a scopo ornamentale è quella della Skimmia japonica, che si caratterizza per un arbusto cespuglioso, dalle allungate foglie, queste ultime di un verde intenso e lucido. La pianta produce anche dei mazzetti di piccoli fiorellini bianchi nonché delle splendide bacche rosse, sebbene non sempre compaiano nelle coltivazioni domestiche. La maggior parte delle piante di skimmia è anche dioica: esisteranno quindi esemplari maschili e femminili, che si differenzieranno soprattutto per fiori e bacche.
Il clima preferito è quello continentale, non eccessivamente afoso: non a caso la skimmia è una varietà che ben si adatta all’autunno e all’inverno. Molti esemplari resistono anche a temperature prossime allo zero, sebbene sia comunque sempre necessario non causare troppi stress atmosferici all’arbusto. Può crescere facilmente su tutto lo Stivale, anche se meglio sia adatta alle temperature più fresche del Settentrione.
Il terreno ideale è quello soffice, ben drenato, leggermente acido e mediamente ricco di sostanze nutritive. Per questo motivo, indicata può essere una blanda fertilizzazione con concimi organici, tra cui il compost o il letame. Qualora si pianificasse un’estesa coltivazione in giardino, ad esempio per realizzare delle colorate aiuole invernali, utile sarà un’opera di leggera zappatura prima della semina, così da distribuire uniformemente le sostanze nutritive nel terreno.
Le richieste d’acqua non sono eccessive e variano, naturalmente, a seconda del periodo dell’anno. Nelle stagioni più fresche, possono essere sufficienti i fenomeni atmosferici. In quelle più afose, invece, può essere suggerita un’annaffiatura a cadenza quotidiana. Il riferimento è tuttavia quello del terreno: si dovrà procedere solo quando del tutto asciutto, tendente all’arido.
Coltivazione in vaso e in giardino
La skimmia è una pianta ornamentale che ben si presta sia alla coltivazioni in vaso che in giardino. Il primo caso è molto frequente, soprattutto tra autunno e inverno, poiché l’esemplare è spesso scelto per abbellire finestre e piante del periodo natalizio.
La predisposizione del vaso è, come consuetudine, sempre molto importante. Sul fondo andrà adagiato un letto di ghiaia e cocci, per favorire il deflusso dell’acqua, per poi riempire il tutto con del concime organico, in particolare il compost. In giardino, così come già accennato, può essere utile una blanda zappatura.
La coltivazione della pianta può avvenire sia per semina che talea. Il primo procedimento è mediamente lungo, si effettua di solito tra settembre e ottobre e prevede l’inserimento di alcuni esemplari in piccoli fori nel terreno, distanziati di una ventina dai 20 ai 30 centimetri ciascuno. All’apparizione dei primi germogli, inoltre, si può procedere con un diradamento per eliminare gli esemplari più deboli. Utile è soprattutto la crescita in semenzaio, così da gestire più facilmente il giardino con un trapianto delle piantine. Modalità certamente più frequente è quella della già citata talea, da effettuare già a partire dal mese di luglio. Si producono talee di circa una decina di centimetri, da adagiare in un terreno composto da sabbia e torba, lasciando quindi attecchire le radici. La successiva primavera si passa perciò al trapianto in singolo vaso, mentre per la messa in dimora definitiva è meglio attendere la stessa stagione dell’anno successivo.
Tra le pratiche di manutenzione ciclica, la potatura se necessario, l’eliminazione di erbacce e altre piante infestanti, nonché il controllo di insetti e parassiti come gli afidi.