Il ritmo lento che alcuni animali usano per vivere
La lentezza come sinonimo di vita e sicurezza per alcuni animali predisposti a ritmi esistenziali tranquilli e movimenti ben meditati.
All’interno della quotidianità che investe il regno animale, uomo compreso, esistono tempi e ritmi dissimili. Una grande differenza che stabilisce gerarchie e divisioni nette tra prede e predatori. Ma non sempre la velocità è sinonimo di scaltrezza e sopravvivenza. In natura è facile imbattersi in specie che non amano i tempi veloci ed i ritmi serrati, come ad esempio i bradipi. La loro è un’esistenza tranquilla scandita da momenti quasi biblici, infatti per un passo possono impiegare anche molti minuti. Con una velocità che si aggira intorno all’1,6 chilometri all’ora.
Vivono ai margini del loro sistema energetico, ogni mossa deve prima essere valutata e meditata perfettamente. In modo da non sprecare risorse importanti, anzi fondamentali per la loro sopravvivenza. Ad esempio il cibo impiega 16 giorni per attraversare il corpo del bradipo, il suo è un metabolismo lentissimo tanto da non riuscire a controllare neppure la temperatura corporea. E per questi animali la calma è tutto, è vita. Grazie a ciò sul loro pelo crescono alghe e muschio che ne permettono la mimetizzazione, camuffando il corpo alla vista dei predatori. Il passo lento inoltre ne impedisce l’intercettazione visiva, così da sfuggire ai pericoli.
Tartarughe e lumache, compagne di bassa velocità
Sono l’emblema della tranquillità, sia nell’immaginario collettivo che all’interno di fiabe e racconti. Per proteggersi dai pericoli la natura ha concesso loro la presenza di una corazza, di una sorta di armatura che è anche casa. Una struttura esterna solida che le rende indigeste ai predatori e le preserva dagli impatti con il mondo esterno. La lentezza del loro passo è aggravata dalla presenza proprio di questo scudo naturale, ma al contempo è fonte di vita e salvezza. Ad esempio la tartaruga del deserto possiede una velocità media di 0,3 chilometri orari ma il suo carapace così solido le ha concesso di sopravvivere per 200 milioni di anni. Anche le lumache possono vantare una discreta longevità, per 550 milioni di anni il loro passo accorto ma costante gli ha consentito di sopravvivere ed evolversi. Il loro è un movimento scandito dalle contrazioni muscolari, inoltre la vita notturna e le produzioni fastidiose di muco dall’odore nauseabondo le protegge dai nemici rendendole altamente indigeste. Un’arma di difesa utilissima che ne ha preservato la specie nei secoli.
Lentezza nei fondali marini
Non solo la terra ferma è testimone della presenza di creature serafiche e tranquille, ma anche gli stessi fondali marini. Ad esempio i lamantini che viaggiano 8 chilometri all’ora, come conferma anche George Burgess del Florida Museum of Natural History. Noti anche come mucche di mare, possiedono una protezione naturale che è data dalla loro pelle, coriacea e molto spessa. Questo li rende indigesti e difficili da mangiare, anche per lo squalo toro il loro più temibile nemico.
Gli stessi molluschi Nudibranchia camminano lentamente tanto da coprire solo 10 metri durante un’intera giornata, ma l’aspetto colorato e accattivante è del tutto ingannevole. Infatti riescono a mimetizzarsi oppure espellono delle tossine che li rendono non commestibili. Passo lento anche per lo squalo della Groenlandia che, a differenza dei suoi simili, è piuttosto riflessivo e paziente. Preferisce attendere le prede accanto ai fori che si creano nel ghiaccio, in attesa che gli animali si ributtino in mare. Ma difficilmente attacca, oppure raramente nuota velocemente. Tra le sue armi di difesa vi è la tossicità della sua carne che, se ingerita, produce effetti simili a una sbronza.