Shampoo fatto in casa con polveri ayurvediche e farine
Come fare lo shampoo fatto in casa con farine e polveri ayurvediche, per essere belli risparmiando e rispettando il pianeta.
Farina di ceci, farina di avena, polvere di shikakai, polvere di amla, polvere di ghassoul, polvere di rheeta. Questi sei ingredienti secchi sono alla base degli shampoo fatti in casa.
Molte persone che provano per la prima volta uno shampoo dall’INCI totalmente verde spesso non sono soddisfatte dell’esperienza.
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Questo succede per diversi motivi:
- I prodotti naturali non sono aggressivi come quelli chimici e quindi per dare i risultati voluti bisogna abituarcisi un po’;
- Gli shampoo naturali raramente producono schiuma, e ormai siamo talmente abituati agli shampoo schiumosi che, quando non ce n’è, ci sembra di non stare realmente lavando i capelli;
- Infine, gli shampoo chimici si raccolgono e si attaccano ai capelli, lasciano un residuo, un accumulo, che è difficile eliminare;
- Per questo, usando uno shampoo ecobio, è necessario massaggiare i capelli più a lungo, per far sì che gli ingredienti lavanti possano fare il loro dovere al meglio, ed è anche necessario insistere per diverse applicazioni.
Solo così il residuo accumulato, e probabilmente anche ormai ossidato, sui capelli verrà eliminato. Calcolate generalmente due settimane o sei ripetizioni di shampoo.
Questo periodo di disintossicazione dei capelli vi renderà anche in grado di stabilire al meglio che tipo di capelli avete, per orientare successivamente i vostri acquisti su prodotti mirati.
Il che porta a un ulteriore elemento da prendere in considerazione: l’aspetto economico. Gli shampoo naturali, quelli davvero naturali, hanno in genere un costo più elevato rispetto agli shampoo da supermercato. Per ovvi motivi: la grande distribuzione non se ne occupa, la domanda è minore e, soprattutto, gli ingredienti di partenza non vengono da enormi case produttrici. Insomma, è il caso del “prodotto di qualità” che vale i soldi spesi. Però l’aspetto economico può scoraggiare il passaggio definitivo all’ecobio.
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Soprattutto perché prima di trovare la propria marca preferita, e all’interno di quella il proprio prodotto preferito, può volerci del tempo.
Shampoo fatto in casa: come realizzarlo
Per iniziare allora potete risparmiare provando la farina di ceci. O anche la farina di avena, ma quella di ceci è più ricca di saponine. Non aspettatevi grandi schiume né profumi di frutti esotici. Trovate un giorno in cui avete del tempo da dedicare ai capelli e in cui non vi aspettano appuntamenti importanti. L’applicazione richiede tempo, un po’ di manualità e la disponibilità ad affrontare una testa di capelli non lavati perfettamente, o con residui di farina in testa.
La situazione è in realtà meno tragica di come la dipingo, ma è per prepararvi a ogni eventualità.
Ricetta shampoo con farina di ceci
- tre cucchiai di farina;
- acqua tiepida q.b.
Questo è tutto quello che serve per una ricetta base: aggiungete l’acqua poco per volta, fino a formare un composto della consistenza di uno yogurt.
Potete anche aggiungere un cucchiaio di zucchero e uno di miele, per nutrire i capelli e lucidarli. Un cucchiaio di aceto, se l’odore del composto non vi aggrada. Oppure un cucchiaino di bicarbonato se pensate di aver bisogno di qualcosa che lavi veramente bene.
Applicate lo shampoo fatto in casa sui capelli bagnati, insistete particolarmente sulla cute e lasciate che il resto coli da solo sulle lunghezze. Massaggiate per qualche minuto e sciacquate molto, molto bene.
Come ultimo risciacquo, soprattutto se avete usato anche del bicarbonato, consiglio un risciacquo acido per esempio con acqua e aceto.
Altri ingredienti per lo shampoo fatto in casa
Se l’esperienza vi piace, e dopo un paio di settimane siete diventati fan del metodo, potete anche prendere in considerazione altre polveri usate per lavare i capelli. La base è sempre mischiare la polvere con dell’acqua fino a ottenere un composto spalmabile, vediamole insieme.
- Come già accennato c’è la farina di avena, che contiene meno saponine, magari più adatta a chi ha i capelli più secchi;
- La polvere di shikakai è la più conosciuta come alternativa allo shampoo. Si ricava dall’acacia concinna, una pianta tipica dell’India centrale e meridionale. Se ne usa principalmente la corteccia, che contiene saponine, inoltre ha un pH piuttosto basso, cosa che si sposa bene con il pH naturale dei capelli;
- La polvere di ghassoul, o rhassoul, è in realtà un’argilla saponifera originaria del Marocco. Pulisce più per un effetto meccanico che per la presenza di agenti lavanti, riesce comunque a detergere i capelli e il cuoio capelluto senza portar via il sebo necessario alla salute dei capelli;
- La polvere di amla, emblica officinalis, è anch’essa originaria dell’india e indicata per i capelli. A differenza delle altre polveri richiede un tempo di posa, sia dopo averla mischiata con acqua (un paio d’ore) sia dopo averla applicata sui capelli, un po’ come una maschera pulente;
- Infine la polvere di rheeta è usata come le precedenti per lavare pelle e capelli, ma è particolarmente adatta a chi ha la pelle sensibile.
Potete divertirvi a sperimentare diverse ricette, combinando le varie polveri, aggiungendo elementi come yogurt, zucchero, miele, succo di limone, aceto. Anche il bicarbonato può essere un’aggiunta, assicuratevi solo di non aggiungere ingredienti acidi quando usate il bicarbonato – creerebbe immediatamente schiuma ma poi i due ingredienti andrebbero ad annullarsi l’un l’altro – di non abusare di bicarbonato, in quanto il suo pH basico non è esattamente il meglio per i capelli, e di sciacquare sempre molto bene dopo lo shampoo e concludere il tutto con un risciacquo acido per ristabilire il pH ottimale.
I vantaggi dello shampoo fatto in casa
I vantaggi di eliminare tensioattivi, solfati, parabeni e siliconi sono molti: i capelli ne guadagnano in salute e quindi in bellezza, si diminuisce l’inquinamento delle acque, si diminuisce la produzione e il consumo di plastica dei contenitori. Non avrete nemmeno più bisogno del balsamo: questi shampoo fatti in casa vi dimostreranno da soli il loro potere districante, soprattutto se combinati a un risciacquo acido.