Fotovoltaico Germania, ministro dell’Economia non vuole gli incentivi
Philipp Rösler crede che gli incentivi alle rinnovabili siano come l'economia socialista. La partita dei sussidi al fotovoltaico non è ancora chiusa.
Sembrava che gli incentivi al fotovoltaico tedesco fossero salvi almeno fino a settembre, cioè alle elezioni politiche per il rinnovo del Parlamento e del Cancelliere. Ma il ministro dell’Economia, Philipp Rösler, non si è ancora arreso e torna a chiedere che le tariffe per il solare vengano ridotte.
Durante un incontro in Turingia, infatti, Rösler ha dichiarato di voler ridurre gli incentivi a 10 centesimi di euro al kWh. Secondo il ministro questo potrebbe stimolare gli investimenti nelle batterie di accumulo per le quali a brevissimo, il primo maggio, saranno disponibili specifici incentivi.
Rösler, in fatto di energia e tariffe, è un liberale duro e puro: ritiene che ogni forma di incentivo sia equivalente a un sistema economico pianificato, che spinge in alto i prezzi.
Non solo: Rösler ritiene anche che investire massicciamente nell’installazione dei pannelli fotovoltaici, senza mettere abbastanza soldi nella ricerca, abbia favorito più i cinesi che i tedeschi. Piuttosto, secondo il ministro dell’Economia, sarebbe bene armonizzare a livello europeo gli incentivi alle rinnovabili.
Su questo argomento il Ministero dell’Economia tedesco si è già pronunciato pochi giorni fa con un documento ufficiale nel quale il viceministro Stefan Kapferer chiede che le rinnovabili competano sul mercato ad armi pari con le fossili:
Abbiamo bisogno di una soluzione per la politica europea sull’energia e il clima, che si concentri sull’efficienza economica, rafforzi la competitività dell’Europa e consideri gli sviluppi al di fuori dell’UE.
Abbiamo anche bisogno di introdurre più competizione nel mercato ed esporci ai rischi del prezzo di mercato. Inoltre, suggerirei una maggiore coordinazione della promozione delle rinnovabili a livello UE e un’armonizzazione, con l’intento di ridurre i costi.