Fotovoltaico domestico USA: +49% nel 2020 grazie a solare condiviso
Il solare condiviso ha grandi potenzialità negli USA: entro il 2020 potrebbe infatti far crescere del 49% il mercato del fotovoltaico domestico.
Fonte immagine: Oregon Department of Transportation
Per il mercato del solare condiviso si intravedono enormi prospettive di sviluppo negli Stati Uniti. A rivelarlo sono gli ultimi dati diffusi dal National Renewable Energy Laboratory. Il report dell’NREL sostiene che il mercato del fotovoltaico distribuito statunitense potrebbe crescere di quasi il 50% se si mettessero in atto normative che agevolino la condivisione degli impianti solari tra privati e aziende.
Gli impianti solari a proprietà collettiva hanno un grande margine di sviluppo negli USA perché su quasi la metà degli edifici residenziali e commerciali non è possibile installare pannelli fotovoltaici. I motivi sono da ricercare nella mancanza di un’esposizione adeguata alla radiazione solare, nello spazio insufficiente o in vincoli condominiali.
Il solare condiviso permette di superare questi limiti, garantendo agli utenti la possibilità di acquistare o noleggiare quote di un impianto fotovoltaico installato in un luogo diverso dalla propria abitazione. Un esperimento che di recente è stato avviato con successo anche in Italia con la fondazione della prima cooperativa per la condivisione di energia solare a distanza.
Secondo gli analisti dell’NREL, entro il 2020 il fotovoltaico condiviso potrebbe coprire una quota compresa tra il 32 e il 49% del solare residenziale statunitense. Il comparto potrebbe attirare investimenti per 8,2-16,3 miliardi di dollari in 5 anni, per un totale di 5,5-11 GW di nuova potenza installata.
Alla luce di queste cifre è chiaro che gli impianti fotovoltaici posseduti da più proprietari, uniti in cooperative e in altri modelli societari, presentino numerosi vantaggi. Purtroppo negli USA a frenarne lo sviluppo intervengono numerosi vuoti legislativi, come l’assenza di meccanismi di scambio sul posto a distanza in alcuni Stati federali, la mancanza di agevolazioni fiscali apposite e le restrizioni imposte dal regolatore di mercato.
Secondo Qualenergia, in Italia il fotovoltaico condiviso incontrerebbe ostacoli ancora maggiori, dettati dalla mancanza di normative che regolino lo scambio sul posto a distanza e dalle agevolazioni fiscali riservate a impianti residenziali inferiori ai 20 kWp e con un solo proprietario.
Ciononostante si intravede un barlume di speranza. Il Senato è già al lavoro per superare queste limitazioni, dando la possibilità di creare SEU con più utenti. In questo modo il fotovoltaico condiviso potrebbe trovare ampia applicazione anche nel nostro Paese, soprattutto nei condomini, negli aeroporti e in altre realtà in cui la multiproprietà risulti un’opzione particolarmente conveniente.
L’Autorità per l’Energia, nel timore di squilibri nell’attribuzione degli oneri di sistema, finora però si è mostrata piuttosto scettica sull’estensione dei SEU. Ai legislatori spetterà il compito di superare questi timori, mettendo a punto soluzioni in grado di garantire stabilità al mercato e di trovare un accordo tra le parti.