Carote: come coltivarle
Consigli per coltivare le carote, un ortaggio ricco di vitamine e fonte di benessere, da far crescere in orto oppure in balcone dalla primavera all'autunno.
Fonte immagine: Baby Carrot via Shutterstock
Tra gli ortaggi più diffusi in cucina, la carota occupa un posto certamente particolare. È infatti un prodotto della terra che si adatta alle più svariate esigenze culinarie, da consumare sia fresco che cotto, ma anche frullato o in passato. Ottima sia da sola che come condimento, la carota è inoltre un’importante fonte di vitamina A e betacarotene, fondamentali per il benessere dell’organismo. Come coltivarla autonomamente, sia in giardino che in balcone?
Il mercato moderno offre diverse varietà di carota, spesso differenziate fra di loro dalle dimensioni, suddivise nelle più svariate cultivar. Per scegliere la tipologia più adatta alle proprie esigenze si suggerisce, al solito, di farsi consigliare dal negozio di semi o di botanica di propria fiducia.
Cosa sapere prima di coltivare la carota
La Daucus carota, questo il nome scientifico, è una pianta erbacea della famiglie delle Apiaceae. Dalla crescita spesso spontanea in Europa, Asia e Africa del Nord, si caratterizza per un ciclo biennale: la pianta, che può raggiungere anche il metro d’altezza, nel secondo anno di vita sviluppa un fusto dalle grandi foglie, con inflorescenze ad ombrello. A scopo alimentare, naturalmente, si ricorre alla radice.
In natura è spesso presente nei climi caldi, quasi aridi, e non disdegna nemmeno le zone rocciose. La coltivazione avviene invece in tutte le parti del mondo, anche se la qualità e il gusto della carota possono risentire delle variazioni atmosferiche. Nei climi mediamente caldi, ad esempio, la pianta tende a fiorire anzitempo, mentre in quelli eccessivamente secchi si verifica un’aumento della consistenza della radice, quindi meno gradevole al palato. Ama le zone temperate, ben esposte al sole, meglio se moderatamente arieggiate.
Il terriccio ideale è morbido, fine e ad alta capacità di deflusso delle acque. Pur non disdegnando i terreni rocciosi, per la coltivazione è meglio escludere questa modalità: potrebbero essere causa di deformazioni della radice che, per crescere, si adatta agli ostacoli che incontra sul suo cammino. Il terreno dovrà poi essere sufficientemente ricco di sostanze nutritive, quindi è consigliato l’uso di compost per la fertilizzazione.
La semina varia a seconda della tipologia prescelta, in genere dalla fine di febbraio fino alla fine di settembre, con piccole modifiche di calendario anche in relazione alla zona in cui si vive e alle temperature raggiunte. La raccolta avviene a partire da un paio di mesi dalla semina: più si attende, più la radice si estenderà, assumendo consistenza. Di conseguenza, l’estrazione dal terreno avverrà anche a seconda dei gusti personali.
Coltivazione in orto o in balcone
La carota può essere facilmente piantata sia in orto che in vaso. In quest’ultimo caso, il contenitore prescelto dovrà rispondere a precise caratteristiche, in particolare per quanto riguarda la sua altezza. Bisognerà infatti scegliere un vaso di almeno 40-50 centimetri, affinché la radice possa svilupparsi almeno fino a 15-20 centimetri di lunghezza in assoluta libertà.
Come consuetudine, si predispone un fondo di cocci o ghiaia, per agevolare il deflusso dell’acqua, mentre il terreno prescelto dovrà essere morbido, fine, privo di sassi e possibilmente completato con compost finemente tritato.
Sia che si scelga l’orto oppure il vaso, il procedimento più comodo è certamente quello della semina. Si predispongano dei fori non troppo profondi, distanziati fra di loro di circa una quindicina di centimetri: in ognuno di essi, si inseriscano tre semi. Si ricopra il tutto con un velo di terriccio e si inumidisca leggermente. In caso si avesse molto spazio a disposizione, ideale sarà una piantagione a file.
Finché la pianta non sarà sufficientemente cresciuta, all’incirca attorno ai 5 centimetri, è meglio predisporre un’adeguata ombra. Per l’annaffiatura, invece, ci si deve riferire al terreno: si mantenga sempre una consistenza morbida, poiché la terra arida tende ad alterare il sapore della radice, rendendola più amara.