Milza ingrossata bambini: cosa fare
La milza ingrossata nel bambino può essere causata da un'infezione o essere il segno di una malattia ad altri organi: le cause più comuni e i consigli.
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La milza ingrossata, detta in termini medici splenomegalia, non è una malattia di per sé, ma si tratta in genere della manifestazione della sofferenza di un altro organo o tessuto, sia nel bambino quanto nell’adulto.
Solitamente la milza cresce perché diventa iper-produttiva, così aumenta le sue dimensioni e anche ovviamente il volume occupato nell’addome. Mediamente, perché l’organo diventi palpabile alla visita serve che il suo volume sia almeno raddoppiato. Nel bambino e nel neonato, tuttavia, la parte inferiore dell’organo risulta sempre palpabile.
Le attività della milza sono molteplici e tutte importanti per il mantenimento dello stato di salute, nonché per la crescita regolare del bambino:
- produce i globuli bianchi, i linfociti, e dunque controlla la risposta immunitaria alle infezioni;
- interviene nella maturazione dei globuli rossi e filtra il sangue da quelli invecchiati e non più attivi nel trasporto dell’ossigeno;
- mantiene nella sua struttura un riserva dinamica di ferro, piastrine e globuli bianchi.
Sintomi, cause e approccio
La milza ingrossata non dà sintomi, a meno che le dimensioni raggiunte dall’organo non siano davvero importanti. In questo caso diventano comuni:
- dolore addominale;
- stanchezza, spossatezza e pallore anemico;
- eccessiva sensibilità alle infezioni anche con febbre elevata;
- comparsa di ematomi o fragilità capillare evidente anche in seguito a traumi, botte, di lieve entità;
- inappetenza.
Visto che la splenomegalia è un sintomo di altra malattia, è evidente che quando si manifestano i segnali dell’ingrossamento della milza l’altra patologia avrà già causato segnali di sofferenza del bambino. Le cause più comuni comunque sono:
- iperattività dell’organo dopo una comune infezione;
- mononucleosi;
- toxoplasmosi.
Il primo approccio del pediatra che rileva alla visita una milza ingrossata è, di solito, la prescrizione delle analisi del sangue. Una volta che il medico ha riscontrato una splenomegalia, è comunque probabile che oltre all’emocromo prescriva anche un’ecografia o una tac per ricercare subito l’eventuale natura non infettiva del disturbi.
Cosa fare
Prima di tutto, in questa come in altre malattie che interessano i più piccoli, è indispensabile l’attenzione del genitore ai segni e ai i sintomi che rendono innaturali i comportamenti del bambino. Inoltre, è necessario che il bimbo venga sottoposto ai regolari “bilanci di crescita”. In queste occasioni il medico valuta lo stato di salute generale e controlla anche eventuali anomalie d’organo.
Quando l’ingrossamento della milza si manifesta con dolore, non causato da una corsa troppo veloce o da un eccessivo affaticamento, allora è sempre utile che il bambino venga visitato dal pediatra o, in caso di eccessiva intensità dei sintomi, anche al pronto soccorso. In un primo momento lo specialista cercherà di definire le eventuali infezioni in corso o le recenti infiammazioni batteriche o virali: la splenomegalia potrebbe essere uno strascico di una malattia infettiva appena guarita. In assenza di chiara indicazione, il bambino potrebbe essere sottoposto agli esami del sangue o ad altri percorsi diagnostici fino a che non sarà chiara la causa dell’ingrossamento.