Morbo di Crohn: la corretta alimentazione da seguire
Qualche consiglio alimentare per gestire il Morbo di Crohn nelle fasi acute, rinunciando agli alimenti ricchi di scorie e fibre irritanti per l'intestino.
Si è già parlato in un precedente intervento del Morbo di Crohn, una patologia infiammatoria cronica a carico sia dell’intestino che di altri tratti dell’apparato digerente. Oltre ai sintomi e ai possibili trattamenti, esistono delle informazioni specifiche sulla dieta che possono risultare d’aiuto?
Prima di addentrarsi nella trattazione di una dieta indicata al disturbo, va ricordato come il Morbo di Crohn possa presentarsi con modalità molto diverse da un individuo all’altro, per questo non esiste né una regime alimentare né un trattamento univoco per il paziente. Spetta al medico curante e allo specialista gastroenterologo la definizione del percorso più adeguato, anche in stretta collaborazione con il soggetto affetto dalla malattia.
Morbo di Crohn: le basi
È bene ricordare cosa sia, nei fatti, il morbo di Crohn e quali siano le misure di prima linea per contenerlo. Scoperto nel 1932 dal gastroenterologo statunitense Burrill Bernard Crohn, da cui prende appunto il nome, si tratta di una patologia cronica a carico dell’intestino, anche se a volte può manifestarsi in altre aree dell’apparato digerente, coinvolgendo qualsiasi tratto dalla bocca al retto. Le zone colpite sono normalmente gonfie, infiammate, ulcerose e non di rado necrotizzanti, tanto da rendere a volte necessario l’intervento chirurgico. Le cause non sono ancora ben note, anche se sembra sussistere una certa correlazione genetica o ereditaria, poiché la patologia tende a essere più frequente nei nuclei famigliari già colpiti.
La malattia, che può manifestarsi in qualsiasi momento della vita con una frequenza più alta tra gli under 30 e gli over 50, si caratterizza per sintomi davvero variegati, tanto che agli stadi iniziali è spesso confusa con altri disturbi. Fra i più rilevati, si elencano febbre immotivata, dolore e gonfiore al lato destro dell’addome, diarrea frequente, mancanza d’appetito, dolori addominali, sensazione di stomaco chiuso o di corpi estranei nel retto. Non mancano, infine, dai rari sanguinamenti durante la defecazione. La patologia è sempre autoimmune, ovvero è il sistema immunitario che attacca i tessuti del suo stesso organismo.
Consigli alimentari
Così come già accennato, non esiste un trattamento univoco per il Morbo di Chron, così come nemmeno una dieta universale. In genere al paziente verranno somministrati cortisonici e immunosoppressori per limitare l’attacco a tessuti e mucose, spesso anche associati ad antibiotici per evitare che ulcere e ferite si infettino a contatto con il materiale fecale. Nel caso di necrosi di tratti dell’intestino o di fistole, con interessamento degli organi vicini, è necessario l’intervento chirurgico.
Sul fronte del regime alimentare, al momento non sono note specifiche diete che possano portare a un netto miglioramento dei sintomi. Al contrario di altri disturbi come le intolleranze alimentari, infatti, non è il cibo in sé a determinare l’infiammazione, ma il sistema immunitario. Allo stesso modo, però, un’alimentazione mirata potrebbe essere di immediato sollievo per i periodi di fase acuta della patologia. Ovviamente questi dovranno essere individuati sempre con l’aiuto dell’esperto, unico soggetto titolato a tratteggiare un percorso alimentare specifico.
In linea generale, nelle fasi acute si evitano i cibi troppo ricchi di fisiologiche scorie, come le fibre contenute in frutta e verdura. Questo semplicemente perché stimolano la peristalsi per naturale azione meccanica, aumentano la frequenza della defecazione e contribuendo al mantenimento dell’infiammazione.
Vi sono poi altre indicazioni, su cui tuttavia non vi è sufficiente accordo scientifico. Per questo motivo, verranno illustrate a puro scopo informativo. Sul fronte dei cibi teoricamente da evitare in fase acuta, poiché normalmente noti per irritare l’intestino, si elencano:
- Bevande: caffè, energy drink, bibite analcoliche gassate e alcolici. A questo si aggiungono le tisane o i rimedi naturali a effetto lassativo, quali la malva, non consigliati in fase acuta. Proprio la malva, tuttavia, potrebbe essere indicata nei periodi di calma poiché è lenitiva e regolatrice della peristalsi;
- Carni grasse: ad esempio quella di maiale;
- Dolci: cioccolato, prodotti da forno con zucchero raffinato, edulcoranti sia naturali che chimici con effetto lassativo;
- Cibi allergenici o rallentanti: tutti quegli alimenti che sono noti per rendere la digestione difficoltosa, come i latticini o i formaggi stagionati, ma anche tutti i prodotti che potrebbero manifestare un effetto allergenico o di intolleranza sovrapponibile al disturbo in corso;
- Spezie e cibi piccanti.
Sono invece normalmente consentiti riso, pasta, derivati da semola e farina di mais, carne magra, alcune verdure bollite come patate e carote, mele senza buccia e banane. Più che dall’ingrediente, un ruolo fondamentale è giocato dalla cottura: sconsigliato il fritto o l’abuso di burro, indicata invece la bollitura o il ricorso al vapore.
Infine, può essere necessaria una rieducazione alimentare che non passi unicamente dal tipo di alimento prescelto, ma anche dalle modalità di ingestione. Ogni boccone dovrà essere opportunamente masticato per facilitarne il transito nell’apparato digerente, dopodiché si dovrà imparare a mangiare lentamente per evitare gli accumuli di aria ingerita in stomaco e intestino, dato il loro effetto peggiorativo sui sintomi.