Buste di plastica messe al bando in California
La California ha deciso di estendere il divieto di utilizzare buste di plastica monouso a tutte le sue contee.
Fonte immagine: Plastic rubbish bag | Shutterstock
Per porre un freno all’inquinamento da plastica, ripulendo le strade urbane e i corsi d’acqua, il Governatore della California Jerry Brown martedì scorso ha messo al bando i sacchetti monouso. Il divieto, che entrerà in vigore a partire da luglio 2015, ha immediatamente sollevato le proteste dei produttori di buste di plastica che ora chiedono a gran voce un referendum per abrogare la legge.
Il provvedimento prevede nello specifico l’eliminazione dei sacchetti di plastica dalle casse dei grandi negozi di alimentari e da catene di supermercati come Wal-Mart e Target a partire dalla prossima estate. I piccoli rivenditori di alimentari e le farmacie avranno invece tempo fino al 2016 per provvedere alla rimozione delle buste usa e getta. La legge non si applica ai sacchetti impiegati per la frutta, la verdura o le carni, né alle borse per la spesa usate da altri tipi di rivenditori.
I negozi di beni alimentari potranno tassare l’utilizzo dei sacchetti di carta con una tassa di almeno 10 centesimi. Alcune città della California, come Los Angeles e San Francisco, avevano già provveduto autonomamente alla messa al bando dei sacchetti di plastica. Il senatore Alex Padilla ha ora deciso di estendere la legislazione nelle oltre 100 città e contee californiane. Come ha spiegato il governatore Brown, motivando la messa al bando:
Questo disegno di legge è un passo nella giusta direzione per ridurre i fiumi di plastica che inquinano le nostre spiagge, i nostri parchi e persino la vastità degli oceani. Siamo i primi a vietare queste buste e non saremo gli ultimi.
Non la pensa allo stesso modo Lee Califf, portavoce delle aziende coinvolte dal provvedimento:
Se a questa legge fosse permesso di entrare in vigore, si metterebbero a repentaglio migliaia di posti di lavoro in California, danneggiando l’ambiente e i consumatori. Ad arricchirsi sarebbero solo gli azionisti delle grandi catene alimentari.
Padilla replica alle critiche invitando i consumatori preoccupati dalla tassa sul sacchetto di carta a portarsi dietro una borsa riutilizzabile. Per quanto riguarda invece le ricadute occupazionali del provvedimento, il Governo ha pensato a come ridurre le perdite dell’industria della plastica stanziando un fondo prestiti di 2 milioni di dollari per le aziende che vorranno riconvertirsi alla produzione di buste riutilizzabili.