Pubalgia: sintomi, dove fa male e rimedi
La pubalgia è un disturbo frequente soprattutto negli sportivi, che coinvolge i muscoli e i tendini collegati all'osso pubico: può causare dolore intenso.
La pubalgia è un disturbo doloroso abbastanza frequente, soprattutto negli sportivi: coinvolge principalmente l’area del pube, ma può estendersi anche a parte dell’addome e alle cosce. Da dove deriva questa condizione e quali sono i trattamenti, anche facendo riferimento ai rimedi naturali, più indicati per un rapido sollievo?
La pubalgia, spesso indicata anche come sindrome retto-adduttoria, è una tendinopatia inserzionale, ovvero un’infiammazione dell’inserzione dei tendini dei muscoli adduttori e addominali all’osso pubico. Può provocare dolore all’inguine, alle cosce e alla parte bassa dell’addome, spesso con un effetto riflesso ai glutei partendo dal perineo. Normalmente deriva da microtraumi ripetuti – questo spiega perché sia più frequente negli sportivi – ma le cause possono essere le più disparate, tanto che alcuni esperti arrivano a identificarne oltre 70. La diagnosi può essere effettuata solo dal medico curante e dallo specialista, gli unici soggetti titolati sia per fornire eventuali trattamenti farmacologici e, non ultimo, per guidare il paziente nei giusti esercizi di riabilitazione. E proprio in fatto di esercizi, qualora non si avesse l’adeguata preparazione sportiva, non è consigliato lanciarsi in programmi casalinghi fai da te: alcuni movimenti potrebbero addirittura peggiorare la condizione.
=> Esercizi per Contrastare la Pubalgia
Cause e sintomi
Come già accennato, la pubalgia solitamente deriva da microtraumi ripetuti ai tendini e ai muscoli dell’area dell’inguine e delle cosce, questo spiega perché sia molto diffusa tra corridori e calciatori: le continue sollecitazioni dell’area possono portare a un’infiammazione. Le cause, però, potrebbero essere le più disparate e non sempre immediatamente evidenti, per questo è necessario il supporto di un esperto. Seguendo sempre il criterio della frequenza, sono due le forme più comuni:
- Sindrome retto-adduttoria: comporta l’infiammazione dei muscoli che si inseriscono nell’osso iliaco nella sua parte anteriore e superiore. Il bacino diventa il centro di tensioni muscolari incrociate, derivanti dai muscoli addominali e dagli adduttori delle cosce. Spesso determinata dal sovraccarico, può coinvolgere anche il canale inguinale, responsabile di un dolore molto intenso;
- Sindrome sinfisaria: è causata da un cedimento – normalmente di media entità – della sinfisi pubica, ovvero un’articolazione cartilaginea che si trova al centro del bacino. Questa variante è particolarmente diffusa fra le donne, soprattutto dopo il parto: la sinfisi pubica, normalmente immobile, è infatti dotata di grande elasticità per favorire il passaggio del feto. Per varie motivazioni, come appunto la sollecitazione del parto, si può verificare una lassità dei legamenti e quindi dolore spesso connesso alla posizione assunta. Normalmente si risolve in modo spontaneo.
Il dolore è il sintomo primario: quando lieve, in genere si percepisce durante il movimento o l’inizio dell’attività fisica ed è quasi sempre sopportabile. Quando invece l’infiammazione è estesa, si hanno delle fitte improvvise durante lo sport, che determinano l’impossibilità di proseguire l’attività fisica e anche limitanti difficoltà di movimento.
Trattamento e rimedi
Il trattamento della pubalgia dipende dal tipo di disturbo rilevato, dalla sua intensità e dall’estensione del dolore: per questo, non è possibile procedere senza il supporto di uno specialista. Solitamente viene prescritto un ciclo con farmaci antinfiammatori, abbinati a un corretto supporto fisioterapico e a degli esercizi mirati che possono comprendere dallo stretching alla ginnastica dolce. In alcuni casi, può essere indicata anche la terapia con le onde d’urto e, nelle situazioni più gravi, anche un intervento più invasivo a livello chirurgico.
Non è possibile identificare dei rimedi erboristici specificatamente pensati per la pubalgia: normalmente – e sempre sotto parere medico per evitare l’interazione tra farmaci – si ricorre a quei preparati che hanno un riconosciuto potere antinfiammatorio, come aglio, zenzero e curcuma. Molto più efficaci, tuttavia, sono i consigli comportamentali che il paziente può seguire direttamente a casa:
- Rimanere a riposo: evitare sforzi fisici intensi – dalla corta al sollevamento di contenitori pesanti – ricominciando poi la solita attività fisica in modo graduale alla scomparsa dei sintomi;
- Ghiaccio, fasciature ed elevazione: il dolore intenso può essere gestito con brevi impacchi di ghiaccio, così come con adeguate fasciature di contenzione e l’elevazione dell’area coinvolta;
- Stretching e riscaldamento: a risoluzione della condizione, per evitare che si ripresenti, è sempre utile far ricorso a una lunga fase di riscaldamento e stretching prima dello sport poiché, oltre a preparare l’area alle sollecitazione, aiuta ad allungare tendini e muscoli evitando le tensioni.