Incentivi fotovoltaico: accordo in Germania sui nuovi finanziamenti
Si scioglie il nodo degli incentivi in Germania: saranno più alti e senza limiti temporali. Esattamente l'opposto di quanto faremo in Italia
Dopo mesi di trattative è stato raggiunto l’accordo tra il Governo centrale tedesco e i Land sui nuovi incentivi al fotovoltaico. Se il primo li voleva ridurre pesantemente per far fronte alla crisi economica, i secondi preferivano lasciarli alti per bloccare la catena di fallimenti delle aziende del settore e la conseguente emorragia di posti di lavoro altamente qualificati. In larga parte hanno vinto i Land.
Con i nuovi incentivi i contributi statali non solo restano, ma sono automaticamente prorogati fino al giorno in cui la Germania non toccherà la potenza installata di 52 Gw di fotovoltaico. Per capire la cifra: al momento siamo a 28 GW e in Italia a circa 13,7 GW. Quando sentirete il ministro italiano per lo Sviluppo economico, Corrado Passera, lodare di nuovo la Germania perché ha tagliato gli incentivi statali al fotovoltaico, quindi, sappiate che mente sapendo di mentire. Il suo Quinto Conto Energia non ha nulla a che fare con il sistema tedesco.
Non solo si è alzata la soglia massima, infatti, ma anche l’ammontare dell’incentivo: il Governo proponeva 16,5 cent/kWh per gli impianti sui tetti di potenza compresa tra i 10 e 1 40 kW, i Land hanno ottenuto 2 cent in più. Restano, inoltre, gli incentivi per il fotovoltaico agricolo a terra (che in Italia sono stati tolti già da mesi) ma solo fino ad una potenza massima di 10 MW. Con il cavillo anti truffa che se due impianti dello stesso proprietario distano meno di 2 km tra loro vengono considerati un parco fotovoltaico unico.
Questi nuovi incentivi hanno valenza retroattiva al primo di aprile e nessuna scadenza temporale: quando si raggiungeranno i 52 GW finiranno automaticamente. Ciò, molto probabilmente, farà ripartire le installazioni dei pannelli fotovoltaici sia sui tetti che nei campi e darà ossigeno ad un mercato strozzato anche (ma non solo) dalla concorrenza cinese.
Esattamente l’opposto di quello che si sta facendo in Italia, dove si stanno introducendo registri bizantini, incentivi più bassi, limitazioni anche per gli impianti sui tetti.