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Vitamina D: le nuove linee guida dagli endocrinologi italiani

Nuove linee guida per la vitamina D dall'Associazione medici endocrinologi, ecco quali sono i valori normali e alcuni consigli utili.

Vitamina D: le nuove linee guida dagli endocrinologi italiani

Una nuova serie di consigli su come evitare la carenza di vitamina D. Il documento è stato redatto dall’Associazione medici endocrinologi, e pubblicato sulla rivista scientifica Nutrients: al suo interno le nuove linee guida per non incorrere nelle controindicazioni legate al mancato apporto di questo complesso vitaminico. Un invito a non abbassare la guardia nonostante la buona stagione, con la maggiore esposizione solare alleata dell’organismo.

Innanzitutto gli endocrinologi fanno il punto sui benefici associati alla vitamina D, anche al di là di quanto strettamente associato alla salute delle ossa. In base ai risultati di recenti studi la carenza di questo complesso vitaminico è associata a patologie quali il diabete mellito, l’insorgenza di alcune forme tumorali e di determinate sindromi neurologiche. È tuttavia da definire il livello vitaminico utile a produrre effetti positivi apprezzabili.

Stando a quanto affermato dai ricercatori il livello ottimale di vitamina D si trova compreso tra i 30 e i 100 ng/mL, mentre tra i 10 e i 30 ng/mL si parla di “insufficienza”. Al di sopra dei 100 ng/mL si raggiungono livelli di tossicità, mentre al di sotto dei 10 ng/mL si configura un vero e proprio stato carenziale. I valori possono differire in alcuni casi a seconda del laboratorio che ha eseguito le analisi. In ogni caso eventuali analisi che fornissero valori inferiori a 20 ng/mL farebbero scattare la definizione di “ridotti valori di vitamina D”.

Secondo gli esperti è infine opportuno verificare in autunno i proprio livelli di vitamina D, per capire se durante l’estate l’organismo è stato in grado di accantonare i giusti quantitativi di questo complesso vitaminico. In caso di eventuali valori ridotti sarà lecito attendersi, concludono gli endocrinologi, un possibile stato carenziale verso la fine dell’inverno.

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