Conigli in gabbia: dall’Europa nuove prospettive
Allevamento di conigli in gabbia: il Parlamento Europea vota una risoluzione per vietarlo, anche se la legge spetta ora alla Commissione Europea.
Fonte immagine: Rabbits in a cage via Shutterstock
L’allevamento dei conigli potrebbe cambiare in futuro, garantendo condizioni di vita più serene a questi esemplari che, sempre con più frequenza, vengono scelti anche come animali da compagnia. Il Parlamento Europeo ha infatti approvato una risoluzione per la progressiva eliminazione dell’allevamento in gabbia, preferendo invece quello a terra, così come già avvenuto per le galline. Non si tratta, almeno al momento, di una decisione vincolante: spetta alla Commissione Europea, infatti, presentare un’eventuale proposta di legge.
Da diverso tempo è noto come l’allevamento in gabbia, spesso di piccole dimensioni e in vere e proprie batterie, non sia ideale per i consigli. Il tasso di mortalità è infatti più elevato rispetto ad altre forme, con variazioni tra il 15 e il 30%, e spesso più di un esemplare è ospitato in spazi di soli 20×35 centimetri. Il Parlamento Europeo ha quindi votato per un progressivo ritorno all’allevamento a terra, con animale liberi di muoversi e di socializzare, anche a seguito delle campagne di sensibilizzazione condotte negli ultimi mesi da associazioni quali Animal Equality e Ciwf.
La risoluzione è stata votata con 410 voti a favore, 205 contrari e 59 astenuti. A oggi, sono circa 340 milioni i conigli consumati a scopo alimentare all’interno dei confini del Vecchio Continente: l’Europa, infatti, rappresenta il principale mercato della carne di questo animale, seguita dalla Cina. Per quanto riguarda l’Italia, la media annuale per cittadino è di 2.6 chilogrammi di conigli, contro l’europea di 1.5, mentre la regione dal maggior consumo è la Campania, con cifre prossime ai 10 chilogrammi.
Questo primo importante passo, in attesa di una proposta di legge dalla Commissione, è seguito da un’altra lotta in corso da parte delle associazioni animaliste. Da tempo, con l’ausilio di campagne sui media e di petizioni rivolte agli eurodeputati, si richiede infatti che anche al coniglio venga concesso lo status di animale d’affezione a tutti gli effetti, una decisione che ne escluderebbe quindi il consumo alimentare. Sempre più famiglie, infatti, hanno deciso di affiancare conigli, delle più svariate taglie, a quadrupedi classici in salotto come cani e gatti.